Se dovessi darti una risposta universale alla domanda su come superare un amore tossico, adesso la mia risposta sarebbe, non lo so.
A volte, nel corso della vita, capita di dover porsi questa domanda soprattutto quando ci sentiamo affogati da una sofferenza a cui non sappiamo dare un nome.
Il nome in questione e’ amore tossico.
Tutto sembra andare bene, secondo la nostra mente, ma emotivamente sentiamo che qualcosa non va con il/la nostro/a compagno/a: ci sentiamo incompresi, insicuri, ci sentiamo “inferiori” di fronte all’altro, ovvero sopraffatti da una personalità che è fondamentalmente narcisista.
IL NARCISISTA E L’AMORE TOSSICO
Eh si, spesso si prova un amore tossico stando con persone con una personalità narcisista: oltre a essere egoisti, hanno la magica caratteristica di annientare la persona che le sta accanto per sentirsi loro imbattibili e al centro del mondo.
Un pò come dei vampiri di energie. La maggior parte di loro non ne ha nemmeno la consapevolezza di esserlo.
Sono dei grandi adulatori e all’inizio è facile rimanere ammaliata dalle belle parole e dal loro affascinante carisma. Il loro benessere emotivo è raggiunto nel momento in cui riescono a rendere schiavi emotivamente le loro prede ricreando una specie di “harem” intorno a loro.
Se intuiscono che una delle loro prede inizia ad allontanarsi dall’ “harem” comincia la loro preoccupazione e innescano un meccanismo di “ricatto emotivo” nei vostri confronti. Tutto questo per cercare di mantenere il controllo su di voi.
L’AMORE E LA COLOMBIA
Fatto questo preambolo, vi racconto una storia che parla di Amore con la A maiuscola, chiamato Amor propio e di un viaggio con destinazione Colombia verso la mia guarigione dall’amore tossico.
Scrivo adesso questa storia perché proprio un anno fa in questo periodo decido di andare in Colombia e, il solo pensare a quella meravigliosa terra mi fa rivivere quelle emozioni intense, emozioni di energia che sconfissero un Amore Tossico.
Lo scorso anno, a febbraio, ebbene si, esco da un amore disastroso: tocco il fondo con il “narcisista”. Avevo dato anima e corpo per una relazione che già fin dagli inizi aveva avuto mille difficoltà ma che io, testarda, avevo voluto proseguire.
Sono una persona estremamente esigente con me stessa tant’ è che non riuscivo ad accettare il fatto che si fosse infranto un sogno, un’ illusione bellissima . Parlo appunto di illusione perché in realtà c’erano state solo discussioni infinite, mancanza di comunicazione e soprattutto mancanza di rispetto.
La mia vera essenza di pesce navigante nelle acque meravigliose della vita non esisteva più.
IL DIALOGO CON IL CUORE
Un bel giorno decido di guardarmi dentro e, prendendo in mano il mio cuore intossicato, gli parlo: “senti, qui dobbiamo fare qualcosa, non possiamo stare così!La risposta del cuore, ormai indebolito, tarda un poco ma dopo pochi minuti reagisce con la sua forza irruente e risponde :
“Si parte, andiamo in Colombia!”
Tutto a un tratto sento una scossa, come se un defibrillatore stesse per rianimare un corpo quasi esanime, e l’adrenalina rientra in circolazione.
La Colombia era sempre stata una destinazione a cui pensavo da molto, per me simbolo di energia vitale, ma che per mille motivi avevo sempre messo da parte
Iniziano i preparativi e qui “Mario” (leggi il mio precedente articolo per sapere chi è Mario https://inviaggioconlafelicita.com/i-limiti-personali-e-valencia) ha una autorità notevole, altissimo e potentissimo. In ogni momento cerca di bloccarmi, ma evidentemente non ci riesce.
Ho bisogno di superare l’amore tossico e, dopo una settimana dalla decisione, inizia il viaggio.
ARRIVO A BOGOTA

Dopo più o meno 9 ore e mezza di volo da Madrid arrivo. Un freddo cane a Bogota. I miei preparativi erano stati parecchio frettolosi, tant’ è che non sapevo nemmeno che Bogota è più o meno situata a 3000 metri dal livello del mar. Come se fossi arrivata in una località sciistica! Fortunamente, ho un paio di maglioni di pile che metto sempre in valigia per i viaggi lunghi in aereo.
Il mio fisico, purtroppo, debilitato dalle forti emozioni tossiche, non regge il freddo e il giorno dopo appaiono per magia delle bellissime placche bianche in gola! Non so se era stata opera di Mario, ma io non mi faccio scoraggiare.. il mio obiettivo è sconfiggere l’amore tossico che mi stava rendendo prigioniera.
Mi imbottisco di tutto e, dopo una notte a Bogota, mi dirigo il giorno seguente in aeroporto di nuovo per andare a Santa Marta, il luogo incantato.
ARRIVO A SANTA MARTA

Finalmente arrivo con il caldo caraibico, via i maglioni!! Prendo un taxi e mi dirigo verso il mio ostello, nel centro storico di Santa Marta.
L’ostello carinissimo è con piscina, proprio così come l’ho visto su internet!(El Hostal de Jackie)
Mi rendo conto che non ho preso in considerazione un’altro aspetto importante: è la settimana di Pasqua. Pasqua è una festività molto sentita per i colombiani.
In poco tempo, mi rendo conto che anche le banche festeggiano, rimanendo chiuse dal giovedì santo al lunedì incluso e il che vuol dire niente ritiro di contanti .
Mi invade la sensazione che trovare le escursioni sarà un problema… ma non demordo..
Pago con carta e al limite mi organizzo le escursioni da sola.
La mia camera, condivisa con un altro ragazzo è abbastanza calorosa, con un mini ventilatore,


ma ho il vantaggio di stare accanto alla piscina. Sul tetto, invece, c’ è una mega terrazza dove si può prendere un drink la sera e, mentre la mattina viene adibita a “sala” per la colazione.. Appena arrivo sulla terrazza, mi colpisce agli occhi Il nome dell’insegna che sembrava giusto lì per me.

VISITA DI SANTA MARTA
Lascio tutto in ostello e decido di fare un giro per Santa Marta non solo per avere un idea di dove mi trovo ma anche per iniziare la ricerca dell’ESCURSIONE GUARITRICE dell’amore tossico. Purtroppo la mia intuizione non si era sbagliata e le escursioni sono tutte stra prenotate e carissime.

Al che, torno all’ostello, e dopo alcuni consigli da parte della reception mi faccio la seguente lista di posti da visitare a Santa Marta
1) Playa Blanca
2) Parco Tayrona
3) Taganga
Inizio a preparare il piano per il giorno dopo.
Il caso vuole che, le cose prendano un’ altra piega: mentre sono in ostello, e, parlo con mia madre al telefono, conosco Carlo, un italiano, anche lui in viaggio da solo. Entrambi non abbiamo le idee molto chiare, ma ci rendiamo conto che la conversazione stava fluiendo bene, tra risate e racconti e che potevamo andare insieme in avanscoperta.

DIREZIONE PARCO TAYRONA
Decidiamo, di pazzia totale, di andare al Parco Tayrona e di prenotare una notte in un ostello a 1 km dall’entrata in modo da stare il più possibile a contatto con la natura.
Il parco Tayrona è a un ora di bus dal centro di Santa Marta pertanto andiamo la mattina seguente verso la Piazza del mercato dove si prendono i bus. Un caldo orribile, soffocante, umido che quasi mi fa svenire.

Iniziamo il viaggio verso l’avventura..La mia gola ogni tanto mi fa capire che esiste con le sue amiche placche, ma io comincio la mia cura antibiotica..(che poi interromperò, con incoscienza) Basta Mario!
Il bus non ha aria condizionata, ma viaggiamo con le porte aperte..problema risolto! Arriviamo all’ostello…e…Benvenuti nella magia!
L’OSTELLO E LA SELVA

Mi trovo in pieno alla selva: L’ostello (“The Journey hostel”) è fantastico! Eccoci nel mondo hippie. Il ragazzo, dell’ostello, un canadese, ci accoglie e ci fa il check in, e, nel momento in cui vede dai passaporti che siamo italiani, ci fa una domanda un pò strana:
“Volete la cena gratis stasera?”
beh noi, ci guardiamo e da viaggiatori squattrinati, rispondiamo con un bel “SI”. In realtà il canadese stava aspettando solo quella risposta e al che risponde:
“se sapete fare il ragù, stasera cucinate voi la pasta per alcuni degli ospiti dell’ostello. Io ci metto gli ingredienti.”
Dire che essere sorpresi è dire poco. Immediatamente mi invade una carica e adrenalina impresionante e subito ACCETTO LA SFIDA così come il mio compagno di viaggio!
Voglio dimostrare a me stessa che ce la posso fare.
LA SFIDA E LA SUA PREPARAZIONE
“È una grande opportunità per dimostrare a me stessa che ce la posso fare”, senza dubbio, mi aiuterà a riacquistare la fiducia in me stessa. Il propietario dell’ostello aveva avuto fiducia in me ed io non posso deluderlo.
L’ora della cena è prevista per le ore 19.30, la notte cala presto in Santa Marta cosicché verso le 17.30 comicia la preparazione del ragù.
La cucina, sembra uno scatinato della FARC e noi, due sequestrati. Che ridere!
La cuoca, ogni tanto cerca si capire la preparazione per imparare, ma in realtà è ben contenta di non dover far nulla quella sera e se la prende di relax.

Durante la preparazione, il proprietario ci fa gli aggiornamenti sul numero dei commensali per la cena.. la sfida si fa dura.. poco a poco arriviamo a 22 commensali..
Abbiamo pasta in quantità e gli ingredienti sembrano sufficienti. NO PANIC!
Dopo circa un ora e mezza di preparazione la pasta al ragù è pronta!!
Impiattiamo le porzioni per i 22 commensali e, una volta distribuita la quantità,decidiamo unirci con la nostra porzione al resto del gruppo.
IL BRANCO DI LUPI E LA SORPRESA
Gli ospiti, come lupi famelici, stanno divorando il loro piatto, ma, non appena arriviamo, il branco si ferma e adotta una posizione di difesa con lo sguardo guardingo.
All’improvviso, da un angolo dell’ostello, esce dal branco il padrone, e con veemenza fa l’annuncio:
“Questi sono i cuochi della vostra buonissima cena!”
All’improvviso i lupi cambiano espressione e, il sorriso che si disegna sulla loro faccia, mi fa capire che non sono più in pericolo.
Dopo l’annuncio inizia l’applauso e tutta una serie di congratulazioni. Felicità a mille!
Ancora ricordo con molta emozione quel momento che ha segnato un mio piccolo traguardo .
Avevo dato spazio alla mia libertà di essere e mi ero connessa con me stessa.
Adesso posso risponderti alla domanda di come superare un amore tossico:
Credendo in te stesso.
